Jun 01 2015

1/6/2015 – Suona ancora la campana della ritirata

Una bellissima serata ha fatto da cornice al ripristinato suono della campana della ritirata.

A quel suono tanto caro a molti Barghigiani hanno assistito anche alcuni visitatori italiani e non solo.

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Jun 01 2015

Torna la campana della ritirata

Da stasera alle 22, per il periodo estivo, nei giorni feriali torna il suono della campana della ritirata.

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Il campanile del Duomo di Barga, oltre che per il servizio religioso, ha svolto anche  il ruolo di torre civica (ancora oggi è sede dell’orologio pubblico).

Tra i suoni “laici” è da annoverare quello della campana della ritirata,  una particolarità tutta Barghigiana, che suona alle 21 in inverno e alle 22 in estate.

Regolato in una delibera comunale nel 1687, era il segnale, per cittadini e forestieri, che si stavano per chiudere le porte d’accesso del castello.

È opportuno precisare che i campanari destinati ai vari suoni giornalieri erano stipendiati dall’Opera del Duomo.

L’Opera del Duomo, aveva come massimo referente il Comune.

Già alla fine del XVII° secolo però,  una nuova delibera,  decise che lo stanziamento previsto per questo suono e per quello dell’or di notte, fosse destinato ad un servizio postale tra Barga e Pisa, città granducale di riferimento.

Probabilmente per praticità si preferì riunire i due suoni,  dei due sopravvisse la campana della ritirata perché prevista ad un ora ben definita, a differenza dell’or di notte che variava a seconda del ciclo del sole.

Da campana laica assunse quindi anche un valore religioso in suffragio delle anime dei defunti.

Popolarmente gli vennero trasferite, tutte quelle indulgenze che i Pontefici avevano concesso a coloro che avessero recitato, determinate  preghiere,  al suono della campana.

Non è un caso, che  in molti testi i due sistemi di suono sono spesso confusi.

Nel XIX° secolo, con l’abbattimento della Porta di Borgo, ne cessava anche la pubblica utilità,  questa usanza però si è protratta ancora a  lungo nel tempo per le motivazioni religiose sopra esposte.

Questo suono quindi rappresenta l’identità Barghigiana, non meraviglia che sia il Pascoli che altri poeti locali ne fanno memoria nelle loro opere.