Jul 02 2019

Il suono manuale delle campane come patrimonio immateriale dell’umanità

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Le varie Associazioni dei Campanari, in diverse parti del mondo,  si battono per il riconoscimento del suono manuale delle campane come patrimonio immateriale dell’umanità.

Il tutto, per addivenire a un decreto, che faccia sì, che le campane restino al di fuori delle regolamentazioni dei livelli di rumore in città.

Questo, non vuole dire suonare indiscriminatamente a qualsiasi ora o per futili motivi, ci si propone di arrivare a una regolamentazione per  preservare una tradizione e una cultura ancestrale.

Lungi da essere un retaggio del passato, il suono delle campane assume:

  • Per il loro uso nella Chiesa significati religiosi, espressione di valori spirituali e liturgici.
  • Per il loro uso in relazione alla vita dell’uomo una espressione antropologica.
  • Per le varie metodologie e evoluzioni della tecnica di suono, cultura  e arte musicale.

Purtroppo la forza di questa cultura e di questo modo di comunicare si sta perdendo.

Sono suoni, che i nostri nonni conoscevano alla perfezione e che per effetto delle nuove forme di comunicazione di massa, non rivestono più l’importanza di un tempo.

Suoni caratteristici e differenziati, codici affinati dal tempo e identificabili da tutta la comunità,  assimilabili a un dialetto, e come tale ha il diritto di essere tutelato.

Suoni,  che già  oggi noi interpretiamo con difficoltà, e che  sono  destinati, senza opportune azioni di valorizzazione,  a  essere dimenticati dalle nuove generazioni.

Anche l’elettrificazione delle campane, a partire dal dopoguerra,  ha contribuito a uniformare le modalità di suono, tanto che molti campanili hanno perso la loro identità e peculiarità.

La stessa parola campanilismo, troppo spesso abusata per segnalare divisioni e ostruzionismi, nella realtà significava la difesa delle proprie tradizioni, dell’orgoglio delle proprie origini.

Chi ha suonato le campane manualmente, conosce la fatica, l’abnegazione e l’armonia necessaria tra i vari elementi per la riuscita di un doppio.

Arte e metodologia, un tempo tramandata dalle vecchie alle nuove generazioni, che oggi è stata in molti casi perduta.

Con le riproposizioni di  antiche tradizioni  durante l’anno, cito a esempio:  il “doppio dei galletti” nella settimana che precede la festa di S. Cristoforo, i “rintocchi della vigilia” della ricorrenza dei defunti, la “campana della ritirata” a cui quest’anno  è stata aggiunta “l’or di notte”, vogliamo affermare la necessità del riconoscimento da parte degli enti preposti del valore storico-culturale di tali pratiche.

 

GRUPPO CAMPANARI BARGA