Oct 24 2012

Domenica prossima festa campanaria a Cardoso

DOMENICA PROSSIMA A CARDOSO, RADUNO DEI CAMPANARI DELLA VALLE DEL SERCHIO NELLA RICORRENZA DEI 200 ANNI DI UNA  DELLE CAMPANE ATTUALMENTE COLLOCATE NEL CAMPANILE.

ANALISI TECNICO-TONALE

CAMPANA GRANDE PARROCCHIA DI
SAN GENESIO CARDOSO

ANALISI TECNICA:

MISURAZIONI TECNICHE

– DIAMETRO DI BOCCA 1195 mm

– SPESSORE DI BATTUTA 88 mm

– ALTEZZA INTERNA 988 mm

– DIAGONALE DI FIANCO 945 mm

– DIAMETRO SUPERIRE 641 mm

MISURAZIONI COMPLEMENTARI

– SPESSORE DI BATTUTA / DIAMETRO DI BOCCA = 1/13,51

– DIAMETRO SUPERIORE / DIAMETRO DI BOCCA = 53,64%

– DIAGONALE DI FIANCO / DIAMETRO DI BOCCA = 79,07%

– ALTEZZA INTERNA / DIAMETRO DI BOCCA = 82,67%

GRAZIE AI RISULTATI OTTENUTI DALLE
MISURAZIONI COMPLEMENTARI E
ALL’UTILIZZO DELLE TABELLE
CAMPANOLOGICHE, CONVENIAMO CHE LA
SUDDETTA CAMPANA SIA DI TIPO

MITTELEUROPEA MODERNA.

INDICE DI SAGOMA

– INDICE DI PESANTEZZA = 953,97%

quindi la tipologia di sagoma risulta

ULTRA PESANTE.

IN CONCLUSIONE: COMPARANDO DATI TECNICI, INDICE
E TIPOLOGIA DI SAGOMA OTTENIAMO IL RISULTATO
DELLA NOTA NOMINALE (O FONDAMENTALE)

CAMPANA IN SOLb3.

La Leggenda e la Storia, a volte, si fondono come RAME e STAGNO per dare a Noi, astanti della
vita , FANTASIA E RAGIONE.
Si narra che nel 1920 la campana “GROSSA” sia caduta dal campanile, a seguito
del micidiale terremoto che mise in ginocchio la Garfagnana e la Lunigiana.
Si racconta in Paese che il vecchio “BRONZO” fu rifuso davanti alla Chiesa, e
restituito alla Comunità di Cardoso, e che le sorelle Cerù facevano spola per l’erto
arengo a riversar ghembriuli d’oro “per renderla più dolce”.
Questa leggenda è nel nostro sangue, nella carne, nelle pietre delle case,
nel vento che cade dal Monte Penna e stuzzica i tegoli, le vie e le garuglie tristi d’autunno.
Ma…, GELTRUDE, vezzeggiativo di cotanta stazza, non è mai caduta!
GELTRUDE è sempre stata a vedetta del suo Paese come un ‘alpino vigila
il passo, od un vecchio larice isolato sopra un pascolo dall’ alta quota.
Una volta è scesa si; per esser plasmata, per diventar più bella, per
“rifarsi il trucco”.
Era l’ANNO DOMINI MDCCCXII.
Nella Torre Campanaria “abitava” già una Campana di cui, forse,
non conosceremo mai la Storia, ma sappiamo che in quell’anno ritornò acqua e poi roccia.
Rifusa e aumentata di volume da un’uomo di San Quirico di ValleRiana di nome
BENIGNI, con il contributo del Popolo di Cardoso ed in particolare della famiglia
Cerù, diventò la nostra Campana Maggiore che Noi conosciamo e di cui apprezziamo il suono.
Come un’ARABA FENICE in quell’anno è morta e resuscitata, più forte
e più bella, ma la sua anima è ANTICA e SAGGIA, perchè ha “cantato” per la
festa e la vittoria, e suo malgrado per la morte ed il dolore.

MANI GIOVANI LA STANNO SUONANDO.
MANI VECCHIE L’HANNO SUONATA.
MANI FUTURE LA SUONERANNO.
“LUNGA VITA A CHI CI SEGUIRA'”.

GRUPPO CAMPANARI di CARDOSO.